lunedì 8 aprile 2013

L'anno scorso, di questi tempi...

... affrontavo la mia seconda ICSI, i miei sensi di colpa, i miei sentimenti negativi.
Lavoravo duro per non pensare.
Aspettavo un verdetto che già credevo negativo, e pregavo come solo una specie di atea può fare. Disperatamente, cinicamente.
Cuor contento il ciel l'aiuta, beh... non era il mio caso.
Custodivo in grembo una piccola, potenziale vita congelata, la stessa che adesso si nutre al mio seno.
Mai avrei osato immaginare, mai.
La vita prende e dà quando più le aggrada, nel bene e nel male, senza logiche prestabilite né prevedibili.
Questo ho imparato, e - per quanto sia banale - a godermi ogni minuto di questo viaggio.

martedì 18 dicembre 2012

En attendant (39+5)

Beh, quando arrivi? Ci siamo quasi, ormai. Giusto?
Ogni notte mi aspetto di essere svegliata da dolori atroci, le leggendarie doglie.
Partorirai con dolore...
E invece dormo che è un piacere, nonostante l'ingombro anteriore.
Mi sveglierei anche tardi, se non fosse per la fame atroce che mi coglie non appena sollevo le palpebre.
A dire il vero, non avrei mai pensato di desiderare le doglie. Oddio, a dirla tutta il mio è un desiderio contrastato: da un lato vorrei conoscerti subito, dall'altro ho paura del dolore e anche di tutto quello che verrà dopo.
Non credo di rendermi ben conto che la mia - che la nostra vita - sta per cambiare in modo così radicale.
In questi mesi ho sperimentato la fame più viscerale che avessi mai conosciuto, l'immobilità, l'obesità, l'affanno, le angosce. E adesso è come se finalmente mi fossi abituata a questa condizione, come se dovesse durare per sempre.
Non riesco a credere che sia una questione di giorni.
Ma immagino che ci riuscirò, non appena sentirò la prima, spaventosa fitta.
Sono pronta. Un bel respiro e...

martedì 4 dicembre 2012

Gigantic, a big big love (37+5)

Ho avuto una visione di una giornata d'inverno, noi due seduti al tavolo di un soggiorno che non è il mio, davanti a una grande finestra, impegnati a comporre un puzzle.
Forse sarà stata la riminiscenza di un qualche momento della mia infanzia, perché la luce e i colori erano così anni Settanta, eppure mi sono commossa.
Dicono che per qualche tempo i neonati non si rendono conto di non essere più parte del corpo della madre, e questa cosa mi affascina incredibilmente; mi chiedo se sarà così anche per te, magari anche per me. Non riesco a immaginare di non averti più qui dentro, eppure succederà, succederà presto, anche se apparentemente tutto tace.
Vedrò il tuo viso, che mi nascondi da nove lunghi mesi, e penserò che sei bello, o che sei un piccolo mostro come tutti i neonati, penserò che sei il mio, parte di me, desiderato come mai nessuna cosa al mondo.
Accadrà tutto questo, o almeno lo spero. Lo spero perché, ammettiamolo, ancora non riesco a crederci, non ci credo proprio.
Oltre il ponte del dolore, oltre la prova che mi aspetta e che spero di riuscire a superare con dignità, ci sei tu. Cercherò di farmi forza pensando che sto per raggiungerti.

lunedì 19 novembre 2012

Non, rien de rien. Non, je ne regrette rien (35+4)

Ormai conto le settimane a ritroso, a cominciare dalla data presunta del parto. Domani mancherà un mese esatto. Un mese per riposarmi un po', per cominciare a entrare nell'ordine di idee che questo piccolo scalciatore di budella dovrà uscire da lì sotto. Un mese per crederci.
Ho visitato le sale parto, ho preparato la valigia, ho fatto spazio, ho imparato come identificare il momento in cui dovrò correre in ospedale.
Eppure non riesco a convincermi. Sono curiosa di sapere fin quando durerà questo scetticismo - forse fino alla sala parto, o magari fino ai suoi diciott'anni.
Perché ormai mi è chiaro che una mamma diversamente fertile non sarà mai come una mamma normofertile, e non lo dico certo in senso negativo.
Una mamma come noi sarà sempre parte di una comunità, sarà sempre solidale con le sue compagne di lotta - mamme di figli cercati con tenacia e sofferenza, mamme  potenziali e mamme mancate - e avvolta dalla solidarietà di chi ha capito e riflettuto in modo davvero profondo sul significato di avere un figlio.
Una mamma come noi non darà mai nulla per scontato, non pronuncerà mai frasi insensibili, non giudicherà mai in modo sbrigativo le scelte di un'altra donna.

Io credo che davvero, indipendentemente dall'esito, siamo tutte mamme. Ci sono giorni in cui vorrei dimenticare come sono arrivata fin qui, rimuovere tutto e avvolgermi in una parvenza di normalità. Ma poi bastano una frase superficiale sulla fecondazione assistita, la storia di una donna, una carta che spunta fra i miei documenti medici a far riaffiorare questo spirito battagliero che ormai fa parte di me e di cui vado orgogliosa.

Non so se vorrei rifare tutto, non so se ne avrei la forza. Ma una cosa è certa: è andata così, e io non rimpiango nulla, nulla. Voglio guardare avanti, vivere ogni giorno di questo mese e di questa attesa che mi è stata concessa, e viverla come una che sa di essere stata sommamente fortunata ma anche sommamente cazzuta.

mercoledì 17 ottobre 2012

I've got you under my skin

Mi tiene compagnia, tutto questo ribollire della pancia. A volte è così viscerale che mi spaventa e m'impressiona, ma credo che mi mancherà, un giorno.
We're one, but we're not the same...
Siamo già alla fine del settimo mese, tu pesi un chilo e otto e sei lungo quaranta centimetri.
Il tempo è volato, e io comincio solo adesso a rendermi conto che mi sta capitando una cosa nella quale non speravo, una cosa che un tempo credevo succedesse a tutte le donne, e che invece poi si è rivelata così dannatamente difficile, così miracolosa per noi, per me e per tuo padre.
Voglio restare tranquilla, voglio godermi questa cosa strabiliante che, con buona probabilità, non mi succederà mai più. La mia vita un po' sghemba, alla fine, ha voluto regalarmi quest'occasione inattesa.
E non intendo sprecarla.
Basta con le angosce, è ora di vivere a pieno gli ultimi due mesi in cui potrò ospitarti nel mio corpo.
Non avere fretta, resta qui, godiamocela.

giovedì 9 agosto 2012

Ma quanto mi costi?

Dover fare la morfologica a metà agosto non è esattamente la cosa più semplice del mondo. Tutti i medici sono in ferie, e trovare un posto è quasi impossibile. Così, abbiamo deciso di prenotarla privatamente, e di farla 3D per poter vedere in faccia questo piccolo Diavolo della Tasmania che si agita sotto il mio ombelico. Per la modica cifra di 200 euro.
Fatto sta che, a qualche giorno dall'appuntamento, mi richiama una struttura pubblica dove avevo cercato di prenotare per dirmi che c'è posto. Fantastico! Disdiciamo il privato e passiamo al pubblico, no? No, perché il 3D poi dove lo mettiamo? E poi negli ospedali sono sempre così sbrigativi... facciamole tutte e due, prima privatamente e poi, visto che del pubblici ci fidiamo di più, anche in ospedale.
Ottimo. Stamattina andiamo al centro privato, sganciamo i soldi e ci fanno aspettare un'ora oltre l'orario d'appuntamento. La sonda 3D non funziona, quindi pace, mi restituiscono parte della cifra esborsata. Infine, la dottoressa è una specie di Margherita Buy le cui parole possono essere udite solo da chi sente gli ultrasuoni, comunicativa come un ghiacciolo algida e spingitrice di oance (ho un sacco di fitte alle ovaie, adesso).
Risultato: abbiamo buttato via 179 euri, ma almeno sembra che sia tutto ok e me ne starò un po' più tranquilla nell'attesa della seconda morfologica, la settimana prossima. E l'ecografia del terzo trimestre la prenoto con il pubblico.
Purtroppo, la faccia di Battagliero non siamo riusciti a vederla... continua a esibire gli attributi maschili con grande nonchalance, probabilmente punta tutto su quello. Bravo, tutto sommato mi sembra la scelta giusta.

martedì 31 luglio 2012

Anche Libero va bene

46xy.
Già, Battagliero ha un pisello...  Ho sempre pensato che fosse maschio, poi la ginecologa mi ha insinuato il dubbio che fosse una femmina e così sono entrata in quell'ordine di idee... e adesso si scopre che è maschio!
Niente vestitini fru fru e danza classica, dunque... o magari sì. Non so se immaginarlo teppistello, sciupafemmine o gay della moda, ma quel che conta è che finalmente vedrò come sarei da maschio, una cosa che ho sempre desiderato.
Alterno sorrisi nell'immaginarlo infante coccolone e smorfie di terrore nel prefigurarlo adolescente con piede puzzone spaparanzato sul divano.
In famiglia siamo sempre state tutte donne, a parte mio papà, quindi sarà un esperimento quantomeno interessante inserire un elemento di disturbo. Sono così frastornata, scoprire il sesso ha reso tutto più reale, anche se ancora non lo sento muoversi.
E forse sarà perché non sono più di primo pelo, o magari perché è stata tanto dura arrivare fin qui, ma ogni tappa di questo percorso la vivo con piena consapevolezza, con tutta me stessa.
Credo che me ne ricorderò, insomma.
Io intanto sto diventando felicemente grassa, e c'è ancora tanta strada da fare.
Tieni duro ghiacciolino mio!