martedì 4 dicembre 2012

Gigantic, a big big love (37+5)

Ho avuto una visione di una giornata d'inverno, noi due seduti al tavolo di un soggiorno che non è il mio, davanti a una grande finestra, impegnati a comporre un puzzle.
Forse sarà stata la riminiscenza di un qualche momento della mia infanzia, perché la luce e i colori erano così anni Settanta, eppure mi sono commossa.
Dicono che per qualche tempo i neonati non si rendono conto di non essere più parte del corpo della madre, e questa cosa mi affascina incredibilmente; mi chiedo se sarà così anche per te, magari anche per me. Non riesco a immaginare di non averti più qui dentro, eppure succederà, succederà presto, anche se apparentemente tutto tace.
Vedrò il tuo viso, che mi nascondi da nove lunghi mesi, e penserò che sei bello, o che sei un piccolo mostro come tutti i neonati, penserò che sei il mio, parte di me, desiderato come mai nessuna cosa al mondo.
Accadrà tutto questo, o almeno lo spero. Lo spero perché, ammettiamolo, ancora non riesco a crederci, non ci credo proprio.
Oltre il ponte del dolore, oltre la prova che mi aspetta e che spero di riuscire a superare con dignità, ci sei tu. Cercherò di farmi forza pensando che sto per raggiungerti.

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